San Vincenzo

Chiesa di San Vincenzo
A metà della « strada del Belvedere », nella seconda metà dell'800, fioriva la devozione a San Vincenzo Ferreri, patrono dei muratori; e vi fioriva per iniziativa di un forte gruppo di questi operai. Si erano anche raccolti, all'ombra di una « Società di mutuo soccorso », che garantiva il diritto al lavoro e sosteneva i vari soci, nei loro bisogni. Il prete, che raccolse le esigenze espresse dalla categoria, che voleva anche la chiesa, fu un tale don Vincenzo Buonomo, devotissimo a San Vincenzo, anche per­ché ne portava il nome. Il tempietto vide luce negli anni 1885 -1886. La fondazione è ricordata da una piccola lapide in marmo, che ne riferisce la data: «Questo sacro Tempio, dedicato a San Vincenzo Ferreri, nell'anno della Redezione 1886, il sac. Vincen­zo Buonomo curò che venisse innalzato e abbellito, desiderando di venire incontro al bene dei compaesani, su consiglio del par­roco Gregorio Vitale » (trad. dal testo latino). Nel 1885 era già stata sistemata una campana, nel piccolo campanile, dedicata a san Giuseppe, mentre una seconda campana, vi sarà sistemata nel 1922, dedicata, questa volta, alla Madonna di Pompei. La facciata fu completata nel 1888, come fa fede l'iscrizione del frontone che recita: Tempio dedicato a San Vincenzo Ferreri. L'affresco della volta, di proporzioni piuttosto notevoli, è da­tato: 1914, e reca la firma del M.' Luigi Taglialatela; celebra la gloria di san Vincenzo, tra angeli osannanti. Inoltre, il trittico in affresco, che si osserva sulla facciata, è del M.° Francesco Ca­so, e raffigura un gruppo di angeli osannanti; al centro, il noto miracolo del muratore salvato nella sua caduta; gli angeli in gloria, inoltre, offrono alla lettura il libro sacro, sul quale è scritto: Temete Dio e date a Lui onore. Opera questa dell'arti­sta Caso, da Caivano, eseguita negli anni '40. Ma, andrebbe tec­nicamente ripigliato, trovandosi esposto ad ogni forma di in­temperie. La tela di san Giuseppe, venerata sull'omonimo altare, è datata 1896 e reca la firma di un prestigioso artista concitta­dino, il Cav. Luigi Durante, ospite a Cardito per decenni. Del medesimo artista è anche la tela della Madonna di Pompei, da­tata 1887; ma, nella tela, dietro la Madonna, è stata dipinta an­che la figura di san Vincenzo, per rendere viva e presente l'im­magine del titolare della chiesa, protettore dei mastromuratori. Ai primi del secolo volgente vi sorse anche una « Pia unio­ne », denominata da San Vincenzo, con l'assistente ecclesiastico, il rettore pro-tempore. Diede inizio a questo apostolato il locale rettore, don Alfonso Fusco, un sacerdote che visse in una di­gnitosa povertà gli anni estremi della sua vita e che, disinteres­satamente, spese in questa chiesa ogni cura pastorale, per mez­zo secolo. Una antica foto-ricordo, ideata da Biagio Battaglia, datata 1906, presenta, tuttora, accanto alla statua del Santo, il gruppo degli iscritti all'Associazione, e che ogni anno curavano anche la festa esterna, lungo la « strada del Belvedere », sulla quale guarda la chiesa. L'imponente facciata, ricca anche di un grosso finestrone, con delle composizioni in stucco sul frontone, l'interno della chiesa, e l'ampio ornato presbiterio, offrono una notevole ricchezza di stucchi, onore e vanto della secolare scuola carditese degli stuccatori, allora guidata dal M." Nicola Ungaro fu Biagio, un caposcuola, nel suo campo, senza aggettivi. Oggi la chiesa attende di essere restaurata, dopo anni di abbandono, nel quale è stata travolta, con la morte di Alfonso Fusco, fino ai tristi giorni del sisma del novembre 1980. In questi ultimi anni c'è stata, per questa chiesa, una sentinella, il dott. prof. Biagio Fusco, sindaco anche di Cardito, e punto di riferimento nella politica locale; nei momenti grigi ha voluto intervenire, in prima persona, per dare alla chiesetta una mano. Siamo in attesa di un completamento dei lavori di ristrutturazione e che torni, come una volta, ad essere centro di tanta ricca vita de­vozionale. Infatti, col sisma dell'80, la chiesetta subì danni con­siderevoli; solo l'impegno del Dott. Fusco, in quel periodo Sin­daco del Comune, valse a fronteggiarli, mettendo la Chiesa in condizioni di funzionare; ma dopo il rifacimento provvido del tetto e delle strutture portanti.
da: Gaetano Capasso, "La Nostra Terra, panoramica di storia locale - Cardito", Libreria Editrice Redenzione, 1994.
 
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